NAMASTE'

Namastè...
ovvero "Benvenuti" nella mia
piccola isola spensierata, dove lascio una lieve traccia della vita quotidiana e
così, settimana dopo settimana, dò vita ad un micro-diario che condivido con chi
ha voglia di leggermi, giusto per il piacere di fare della routine un sorriso
assieme a voi e osservare le cose da tanti altri punti di
vista...


giovedì 2 luglio 2015

La moria delle api

Mi era capitato di leggere qualche articolo a random tempo fa.
Poi il post di TroppoBarba, che vi consiglio di seguire, perchè lui AMA veramente la Natura ed il pianeta.
Poi l'apicoltore vicino casa da cui acquistiamo miele, che ci ha avvisati della notevole riduzione di produzione e conseguente aumento di prezzo.

Ho deciso quindi di farne un post, per chi, come me, non era a conoscenza del problema o ne sottovalutava gli aspetti legati alla nostra salute.

immagine tratta dal web

Innanzitutto mi preme ricordare l'importanza delle api nel nostro ecosistema, che sono insetti pronubi, ossia che favoriscono l’impollinazione, trasferendo il polline da un fiore all'altro.
Il mantenimento della biodiversità vegetale, cioè di un adeguato numero di specie di piante spontanee e coltivate, è possibile solo se c’è una quantità elevata di insetti impollinatori.
Tra questi, l’ape svolge un ruolo di primaria importanza. Si consideri, inoltre, che le api sono utilizzate per l’impollinazione delle colture protette e dei frutteti specializzati – circa l’80 % dell’impollinazione è dovuto ai pronubi – garantendo una più efficace fecondazione e quindi una maggiore resa produttiva.
Un’altra importante azione che svolge l’ape a livello ecologico è derivata dal fatto che in una giornata di lavoro, le api operaie che svolgono attività bottinatrice (ossia di raccolta nettare e polline), escono dall’alveare ripetute volte. Questo fa sì che l’ape sia in continuo contatto con l’ambiente circostante, bottinando su fiori e piante, prati e boschi, nonché venga a contatto con altre sostanze, che trasporta all’interno dell’alveare. In questo modo l’alveare può risultare una preziosa fonte di informazione sulla presenza di sostanze inquinanti nell’aria e l’ape, con i suoi continui voli di esplorazione, diventa una vera sentinella ambientale sulla quale vengono poi effettuate le analisi strumentali per monitorare l’ambiente. Alcune sostanze inquinanti possono essere prese dall’ape con il semplice contatto con suolo, vegetazione, aria e acqua.

E nel 2006 iniziava il fenomeno in seguito denominato SINDROME DELLO SPOPOLAMENTO DI ALVEARI:  gli apicoltori notavano che migliaia di api avevano abbandonato il loro alveare, lasciando incustodite larve, miele e tutti i prodotti del loro lavoro, senza un apparente motivo. Il che, per questo utilissimo insetto, è del tutto inusuale, in quanto il compito di ogni singolo membro dell'alveare è quello di portare a termine la raccolta del polline e crearne in seguito miele, cera o pappa reale, vigilando su larve e ape regina.
Con l'andare del tempo e dedicati studi, si è scoperto che la Sindrome si acutizzava nei territori ove venivano utilizzati pesticidi neonicotinoidi distribuiti, sopratutto, su campi di mais e frutteti proprio per allontanare parassiti dannosi per le coltivazioni. Ne è emerso che i neonicotinoidi aggrediscono il sistema nervoso dell'insetto, interferendo con le sue capacità di volo e orientamento, oltre che sulla sua capacità di nutrirsi e autosostenersi. Per darvi un'idea del potere velenoso di questi preparati sintetici, basti pensare che un grammo di neonicotinoidi (sospesi in molti usi agricoli da qualche anno) equivale a sette chili di DDT in termini di tossicita'.
Uno studio scientifico effettuato ultimamente, ha confermato questa conclusione, effettuando un test su colture trattate da poco con i pesticidi in questione.
E' stata prelevata da alcune piante un campione di acqua ed e’ stata somministrata a delle api, queste sono morte nel giro di qualche minuto.
L’acqua prelevata proviene dalla normale essudazione delle piante, tecnicamente detta guttazione, che spesso viene scambiata per rugiada.
Proprio su queste gocce, secondo il ricercatore, si vanno a depositare e concentrare i pesticidi che vengono regolarmente spruzzati sulle piante, talmente concentrati da poter comparare le gocce di guttazione ad uno spray insetticida.
Non dimentichiamo che spesso l’80 per cento dei trattamenti sulle piante è praticamente inutile e immesso solo a scopo precauzionale e non ultimo a farne le spese sono pure altri insetti utili quali: farfalle, vespe, bombi…
 
immagine tratta dal web

 
Per arrivare ai giorni nostri, basti pensare che la produzione italiana di miele nel 2014 è calata in media del 50% per i mieli di acacia, castagno, agrumi e millefiori primaverile-estivo. Il che si è tradotto in un aumento dei prezzi tra il 20 e il 30%.
Non va meglio sui mercati internazionali: il raccolto del miele di eucalipto in Australia è praticamente azzerato, in Sud America il calo è del 50%, in Spagna del 40% e la produzione di miele di acacia dell’Europa dell’Est è precipitata ad un meno -60%

E allora quali soluzioni?

A parte il divieto di utilizzo dei pesticidi incriminati (richiesta dall'Unione Europea da qualche anno, ma non ancora concretamente attivata) , sembra che il rimedio decisivo non ci sia.
O perlomeno, ci sono diverse strade che TUTTI NOI possiamo prendere.

Il primo passo, fondamentale, è quello di rendere più forte la famiglia dell’ape con un metodo biologico e biodinamico che le permetta di affrontare il cambiamento senza soccombere.

Secondo passo: dobbiamo tornare ad AMARE la terra, a rispettarla, ascoltarla, capirla e aiutarla. E questo richiede una visione nuova (o forse sarebbe meglio dire "antica"?), che lasci da parte il profitto, per una volta, e porti in primo piano la salute del nostro ambiente e, di conseguenza, di noi stessi.

Terzo passo per aiutare le api: perché non piantare fiori nei terreni incolti? un ottimo sistema per amare l'ambiente, renderlo più bello e anche più salutare.

Infine, il mercato. Non è vero che non possiamo cambiare niente. Possiamo orientarlo, magari verso il meglio. Comprando un certo tipo di miele (prodotto italiano, ad esempio, non proveniente da allevamenti cinesi....), acquistando alimenti biologici e biodinamici, prodotti commerciali ecologici, biodegradabili e meno inquinanti.
L’offerta commerciale viene decisa dall’utente finale, imparando a leggere le etichette e preferendo la qualità alla quantità o alla convenienza economica. E su questo mi sento di essere ottimista, perchè noto che, sempre di più, la mentalità comune si sta indirizzando in tal senso.

E infine, non dimentichiamo che le api come tanti altri organismi possono riservarci ancora tante sorprese: ricercatori svedesi hanno appena scoperto che lo stomaco delle api e il miele contengono un gruppo di 13 batteri che, grazie alle loro caratteristiche, potrebbero essere usati come alternativa agli antibiotici!

Cosa chiedere di più al nostro Pianeta?
Siamo proprio sicuri che non possiamo fare qualcosa per aiutarlo a stare meglio e lasciare ai nostri figli un ambiente più sano?
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...