NAMASTE'

Namastè...
ovvero "Benvenuti" nella mia
piccola isola spensierata, dove lascio una lieve traccia della vita quotidiana e
così, settimana dopo settimana, dò vita ad un micro-diario che condivido con chi
ha voglia di leggermi, giusto per il piacere di fare della routine un sorriso
assieme a voi e osservare le cose da tanti altri punti di
vista...


domenica 6 ottobre 2013

La Campanella di Nonna

Questa ricetta la dedico alle famiglie,si..a quelle domeniche autunnali che profumano di castagne, fuoco nel camino, legna umida nei boschi, che riecheggiano il suono delle foglie secche calpestate,dai mille colori caldi e avvolgenti. Perché a me, questa ricetta tramandata da nonna a mamma a nipote, tanto ricorda tutto questo e molto di più!
Mangiavamo questo piatto la domenica, tutti riuniti attorno al tavolo di nonna, con il profumo della carne già in circolo dalla mattina, mentre studiavo e assaporavo già il buon gusto della delizia del giorno con in sottofondo il ticchettio delle posate sui piatti....ora quei flash sono pura poesia.
E quindi non potevo provare a riprendere quel filo lasciato in sospeso anni fa...ho ripreso la matassa e ho provato a fare la mia versione.
Se amate piatti dai sapori corposi e vigorosi, eccovi un'ottima proposta, necessita solo un po' di tempo e tanto amore (e qualche piccola accortezza che trovate descritta mano a mano...i classici trucchi della nonna!)
Impossibile sbagliare, facile e dal risultato garantito!

Cosa vi serve:
Un bel pezzo di carne di manzo (chiedete Campanella o Piccione, che sono parti gommose, ottime per questo tipo di preparazioni a cottura lunga, perché la gelatina di cui sono ricoperte, con il prolungare della cottura, si rilascia e ne conferisce morbidezza ed elasticità)
Un litro e mezzo di Brodo vegetale (arricchito da brodo granulare di carne per insaporire il tutto)
Sale e pepe
Rosmarino
Salvia
2 chiodi di garofano
Olio evo
1 spicchio di aglio

Come fare:
Importantissimo e' che chiediate al macellaio di fiducia di pulire bene la carne da parti nervose e filamentose (si tratta di muscoli, per cui facilmente li troverete duri e pieni di sfilacci bianchi che ne bloccano la cottura...vanno eliminati!) e che laviate la carne prima di cuocerla,asciugandola con della carta da cucina prima di metterla in pentola.
Nel tegame (che dovrà essere alto e stretto, per permettere al sugo di non disperdersi e per tenere accorpata la carne stessa) versate 4-5 cucchiai di olio evo e uno spicchio di aglio, un rametto o due di rosmarino e 4-5 foglie di salvia (in base ai vostri gusti, se vi piace più aromatizzato aumentate le dosi, ma senza eccedere!). Accendete il fuoco a fiamma vivace e una volta che vi sembra ben caldo, versate la carne che dovrete far rosolare ben bene (vi ci vorranno 20 minuti circa) da tutte le parti, fino a se,barare marroncina la superficie e fino a che la carne inizierà a rilasciare il suo liquido che colorerà l'olio di scuro.
Nel frattempo preparate il brodo vegetale a cui aggiungerete del dado granulare di carne o n insaporito re a vostro gradimento (circa un litro e mezzo) e versatelo nel tegame fino a ricoprire la carne per 3/4, aggiungendo sale, pepe e uno o due chiodi di garofano, coprite con coperchio, ma non sigillate, lasciate un piccolo spiraglio per far uscire il vapore e riducete la fiamma quasi al minimo.
Ora prendetevi il vostro tempo...la carne dovrà cuocere almeno 2 ore e mezza, sempre a lento, sempre girandola mano a mano, sempre controllando che il sugo sia in bollore moderato.
Come vi dicevo all'inizio, questo taglio di carne ha bisogno di cuocere a lungo per diventare morbido, per cui più lo lasciate sul fuoco meglio sarà!
Se vi sembra che il sugo, a fine cottura, sia troppo liquido, togliete la carne (che nel frattempo farete raffreddare e riuscirete così a tagliare meglio in fettine) e aumentate la velocità della fiamma, così da ridurre il tutto fino a farlo diventare una salsa morbida e cremosa.
Rimettete poi le fettine di carne nel tegame e togliete dal fuoco.
Potete servire!

Accompagnamento consigliato (gusto mio personale): pure' di patate.
Ma noi mangiavamo questa prelibatezza con le patatine fritte che, si sa, conquistano il palato di adulti e bambini.
Buon appetito! :-)

Ps: io non ho fatto foto perché non ho avuto il tempo di scattare prima della cena, ma immaginatevi un buon arrosto servito su un letto di cremosa salsa color marroncina caldo autunnale

Ps2: per la nostra famiglia questa ricetta non ha un nome da chef...ma l'abbiamo sempre chiamata "la Campanella di nonna"...ed era sempre una garanzia....a voi trovare il nome per la vostra versione! :-)

2 commenti:

  1. Quanti ricordi i pranzi della domenica con la nonna...mi mancano tantissimo. Anche mia nonna faceva degli arrosti da urlo, e io sono fiera di aver ereditato il suo tegame!! Lo tengo come una reliquia e non lo faccio toccare a nessuno!! Magari proverò a cuocere dentro al mitico tegame di nonna Maria, questa campanella della tua nonna.

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  2. Sarebbe un onore!!le ricette di famiglia rimangono le più preziose!

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Grazie per i vostri pensieri

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